Divorzio all'italiana. Regia di Pietro Germi
Analisi della sceneggiatura di Ennio De Concini, Pietro Germi, Alfredo Giannetti
In questo libro, per la prima volta, la sceneggiatura di Divorzio all’italiana viene analizzata nella sua struttura drammaturgica. E prendendo per mano il lettore, grazie a un’analisi dettagliata, viene dato conto di come la scrittura delle scene, nella loro consequenzialità, abbia saputo coniugare l’attualità della cronaca a un tema di portata universale. Da una parte la denuncia dell’articolo 587 del codice penale, il delitto d’onore, contrassegno di un paese – l’Italia – ancora vittima di una mentalità retrograda; dall’altra l’amaro palesarsi di un limite che attraversa tutti i personaggi, condannandoli all’infelicità. Tramite la vicenda di Fefè, infatti, emerge quanto l’amore puro, incondizionato, ciò che riteniamo sia l’ingrediente principale e necessario per dare senso alle nostre vite, sia in realtà solo un miraggio che si dissolve al dissolversi della passione. Presentato al Festival di Cannes nel 1962, dove vince il Prix de la meilleure comédie, Divorzio all’italiana nel 1963 vince anche il premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale. «Allegro… ma non troppo» lo ha definito Germi. Che ha dichiarato: «Nonostante il tono scherzoso o addirittura comico, credo che sia il film più “cattivo” che finora io abbia fatto».