Palazzi di Roma nel '600
Commento alle immagini di Marina Del Nunzio e Simonetta Sprega. Riproduzioni fotografiche di Araldo De Luca
Prefazione di Renata Piccininni
Sotto il titolo Palazzi di Roma nel '600 sono riunite due raccolte di incisioni che rappresentano la fase iniziale e l'evoluzione finale del vedutismo romano del XVII secolo.
La prima serie di stampe appartiene a Giovanni Battista Falda ed è tratta dai suoi Nuovi disegni delle architetture e piante dei palazzi di Roma dei più celebri architetti, uno dei primi lavori eseguiti in città dal grande incisore. Si tratta di una sorta di ritratto frontale ad uso accademico dei più famosi edifici romani del periodo rinascimentale e seicentesco. Le costruzioni vengono presentate in facciata senza alcuna indicazione prospettica, con un segno grafico essenziale, quasi fossero disegni realizzati a penna e inchiostro. Siamo nella seconda metà del Seicento e bisognerà aspettare la fine del secolo perché l'architetto Alessandro Specchi realizzi una nuova serie di stampe dedicate ai palazzi di Roma.
A differenza di quelle di Falda, queste sono incisioni che inseriscono gli edifici nel loro contesto cittadino in modo che non solo ne raccontano la struttura architettonica ma – con uno scenario di carrozze e cavalli, servi e padroni, bottegai e garzoni – ne suggeriscono anche l'uso sociale. Vengono così fuori una serie di quadri della città che anticipano le caratteristiche vedute settecentesche.
Nell'insieme, dunque, quello che presentiamo è per un verso una piccola storia illustrata dell'architettura civile a Roma fra '500 e '600 – quasi un taccuino di studi per architetti – e per l'altro una guida per studiosi, turisti colti e romani curiosi.