Il Théâtre-Libre e altri scritti
Come nasce un laboratorio teatrale
A cura di Maria Grazia Porcelli
Considerato tra i padri fondatori del teatro di regia in Europa, ammiratore dei Meininger e precursore della stagione naturalista del Teatro d’Arte di Stanislavskij, André Antoine è sempre stato refrattario alle elaborazioni teoriche, preferendo affermare le proprie idee con il lavoro sul campo. Non un teorico, dunque, ma un “operaio del teatro”, come amava definirsi lui stesso. E questo spirito rivolto al fare, a un’idea di teatro artigianale e militante, si respira nelle pagine proposte qui per la prima volta in traduzione italiana.
L’avventura di André Antoine, semplice impiegato del gas che diventa in pochi anni uno dei protagonisti della storia del teatro francese, inizia con la creazione, a Parigi, del Théâtre-Libre, una compagnia composta da autori e attori alle prime esperienze capace di attirarsi presto la protezione di Émile Zola e le simpatie della generazione più giovane. Fra il 1887 e il 1894, sotto la sua direzione, gli spettacoli della compagnia mettono sotto attacco il teatro commerciale, le scene improvvisate, il divismo deleterio degli attori. Antoine rivendica la cura dell’ambientazione, il rigore, la centralità del testo: la parola chiave della sua concezione è ensemble, il lavoro d’insieme, di cui è responsabile il metteur en scène, il regista, una professionalità originale che assume su di sé la responsabilità della creazione dello spettacolo, non solo nei suoi aspetti tecnici, ma, soprattutto, artistici.
Di tutto questo danno conto gli scritti raccolti in questo volume, nei quali Antoine, in uno stile schietto e colloquiale, racconta la vita quotidiana, le lotte contro le convenzioni teatrali, le conquiste e il successo internazionale del Théâtre-Libre. Destinatario della rivoluzione teatrale che Antoine ha in mente è il pubblico, a cui richiede altrettanta partecipazione e impegno: «Siate severi verso gli autori e gli artisti, poco importa se le pièce che vi propongono siano commoventi o divertenti, ma non sopportate più, non tollerate più di stare seduti in una sala teatrale per delle ore [...] a sentire gente che parla per un’intera serata senza dire nulla» (dalla Conferenza di Buenos Aires).