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Augusto Boal

Metodo e pratica per un teatro politico

Perché il teatro si può fare dappertutto, anche nei teatri


A cura di Alessandro Tolomelli

Voci e volti dello spettacolo, n. 41
2021, pp. 152

ISBN: 9788875274641
€ 19,00 -5% € 18,05
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Sinossi

«Abbiamo bisogno di un teatro che ci aiuti a cambiare la realtà» amava ripetere Boal. Per l’uomo di teatro e intellettuale brasiliano, scomparso nel 2009, ogni forma di teatro è politica, anche quelle di puro intrattenimento o estetizzanti, perché pur non proponendo uno sguardo critico sulla realtà, implicitamente approvano il modello sociale e il pensiero egemoni e confermano dunque lo status quo.
Metodo e pratica per un teatro politico è la seconda parte del classico e voluminoso Jogos para atores e não-atores. Se nella prima parte, Giochi per attori e non attori (Dino Audino editore, 2020), si dava spazio alla descrizione delle tecniche che costituiscono il training teatrale secondo Boal, e che sono le fondamenta del Teatro dell’Oppresso, in questo secondo volume l’autore approfondisce la teoria del suo Metodo, intrecciando aspetti di estetica e metodologia con esperienze di vita, di impegno pedagogico e politico, e con sperimentazioni sul campo. «Il Teatro si può fare dappertutto, anche nei teatri» perché non è un’arte narcisistica o elitaria, ma un linguaggio che si propone di ricucire la frattura tra cultura alta e popolare.
Il libro, curato da Alessandro Tolomelli, mette in luce tutta la profondità e l’acutezza di un autore ancora molto attuale e di un pensiero che, nella sua radicalità, può fungere da antidoto alla museificazione e alla perdita di capacità critica del teatro.

Autore

Augusto Boal

Augusto Boal (Rio de Janeiro, 1931-2009) è stato un regista teatrale, scrittore e politico brasiliano, fondatore e teorico del Teatro dell’Oppresso, nominato nel 2009 World Theatre Ambassador dall’Unesco. Direttore del teatro Arena di San Paolo negli anni ’60, dopo essere stato arrestato e torturato nel 1971 ha lasciato il Brasile per vivere in esilio prima in Argentina e poi in Francia. Ritornato in Brasile nel 1986 con la fine della dittatura, ha fondato il Centro de Teatro do Oprimido di Rio de Janeiro. I suoi testi, tradotti in trentacinque lingue, espongono a livello teorico e pratico il metodo del Teatro dell’Oppresso, sviluppato tra America Latina ed Europa e diffusosi ormai in tutto il mondo.