Un sogno di passione
La nascita e lo sviluppo del Metodo
È l’estate del 1974 quando Lee Strasberg, poco più che settantenne, comincia a mettere finalmente per iscritto una descrizione organica del Metodo. Ne nasce Un sogno di passione – citazione di un celebre verso dell’Amleto –, che costituisce uno dei libri fondamentali nella pedagogia teatrale del Novecento. Il libro è una biografia del Metodo che si intreccia con l’autobiografia dell’autore. Non dell’uomo Strasberg, ma del teatrante, dell’attore, dell’insegnante, del regista, del teorico. E, ancor prima, dello spettatore, dell’attore non professionista e dell’allievo. Si assiste così agli spettacoli del Teatro d’Arte, della Duse e di Giovanni Grasso. Si leggono pagine degli appunti alle lezioni presso l’American Laboratory Theatre, primo vero punto di incontro con il Sistema Stanislavskij, al quale è dedicato un intero capitolo che ne mette in luce lo sviluppo pioneristico senza tralasciare di sottolinearne alcuni limiti. A Stanislavskij si torna, poi, in molteplici luoghi del libro in cui si declinano sia i punti di continuità che di divergenza tra Metodo e Sistema. Si riflette inoltre sull’attività di regista e insegnante presso il Group Theatre e l’Actors Studio, ma soprattutto si va dal problema di base della recitazione – cioè quello di riuscire a produrre emozioni a comando quando si è sulla scena – a quello di liberare gli attori dalle abitudini di comportamento che ne bloccano il talento. Si approfondiscono quindi il lavoro sull’improvvisazione e sulla memoria affettiva, e si scoprono gli esercizi “leggendari” del momento privato e del song-and-dance. Grazie alla voce e alla straordinaria vita artistica di Strasberg, in Un sogno di passione si assiste alla genesi e alla messa a punto del Metodo, il più discusso ma indiscutibilmente efficace training per attori che esista oggi in circolazione.