Retorica della narrativa – Volume II
La voce dell’autore nella narrativa
Questo libro – un classico della moderna teoria narratologica – propone un’indagine nitida e accurata sul funzionamento della narrativa. Attraverso una lettura puntuale di testi della grande tradizione romanzesca, da Fielding a Jane Austen, da Stern a Henry James, Booth smonta i pregiudizi di una certa vulgata estetica e descrive i meccanismi concreti della comunicazione narrativa. Scrivere un romanzo o un racconto significa infatti predisporre un impianto di codici e di congegni in cui le nozioni di realismo, di impersonalità o di commento esplicito sono soltanto gli effetti di una particolare scelta formale. Ma l’idea di Booth è che la tecnica non si riduca soltanto a una cassetta degli attrezzi. Se le sue analisi mettono a fuoco concetti fondamentali come quelli di autore implicito, di narratore inattendibile, di controllo autoriale, la tesi che sostiene tutto il discorso è che il testo narrativo sia un dispositivo retorico in senso ampio, un atto di comunicazione che rimanda sempre a un progetto generale di persuasione. Così, suggerisce Booth, il valore di un testo si può misurare anche sull’efficacia del suo funzionamento: un “buon libro” si riconosce dalla capacità di imporre ai suoi lettori un’immediata visione del mondo.
Il volume II, La voce dell’autore nella narrativa, analizza alcuni classici della letteratura mostrando l’evoluzione del punto di vista e introducendo per la prima volta la distinzione fra autori attendibili e autori inattendibili.
INDICE DEL VOLUME II
VII) Gli usi del commento attendibile; VIII) Raccontare come rappresentare: narratori attendibili e inattendibili; IX) Controllo della distanza in Emma di Jane Austen.