L’arte della danza
A cura di Patrizia Veroli
Questo volume raccoglie la maggior parte dei testi scritti da Isadora Duncan, l’artista americana che all’alba del Novecento ha aperto una strada nuova alla danza, come pratica corporea e arte del movimento. Si tratta di testi ideati per conferenze, interviste o articoli: talora sono lunghi e strutturati, come il celeberrimo La danza del futuro, talora sono più brevi e concisi, quasi appunti dettati alle allieve. Sempre, tuttavia, si irradia da essi la visione che della danza aveva Isadora: libera dalle regole del codice classico-accademico – all’epoca l’unico linguaggio del balletto –, rigenerata nella sua capacità di entrare in armonia con la natura.La Grecia classica appariva a Isadora come il luogo e il tempo in cui tutto ciò si era realizzato, per poi perdersi nel lungo cammino dell’umanità verso le false gioie del progresso materiale: ecco dunque il suo appello verso una danza che guardi all’arte antica come deposito di morfologie e di simboli capaci di elevare l’arte del corpo avvilita ai suoi tempi, così lei la vedeva, dall’insensatezza e dal voyeurismo. Bisognava rendere la danza tramite dei valori dello spirito, del radicamento dell’essere umano nel cosmo, garanzia di rigenerazione della vita stessa. Solo la donna avrebbe potuto compiere per Isadora una missione di tale portata: la danza libera, o moderna – come oggi la chiamiamo –, è stata all’inizio compito e patrimonio di giovani donne, per arrivare poi in fretta a essere praticata dagli uomini e a fecondare anche il codice classico-accademico.I testi di Isadora Duncan hanno attraversato il Novecento: pur contestualizzati, criticati, ripensati, non hanno tuttavia perso un grammo della loro potenza ispiratrice e visionaria. Il volume è aperto da un saggio introduttivo della curatrice, che inserisce il pensiero di Isadora nel suo tempo. Gli scritti della danzatrice sono seguiti da una sua succinta biografia.