La mia vita nel teatro russo
Memorie del co-fondatore del Teatro d’Arte di Mosca
Cura e prefazione di Fausto Malcovati
Traduzione di Isabella Serra
Nemirovič-Dančenko con il suo Teatro d’Arte di Mosca ha cambiato la storia teatrale del Novecento. Questa autobiografia, finora inedita in Italia e curata da Fausto Malcovati, rende giustizia alla figura di Nemirovič; dimostrando come il prestigio del Teatro d’Arte nei primi anni fu dovuto prima a lui che a Stanislavskij. Alla fine dell’Ottocento Nemirovič a Mosca era un drammaturgo popolarissimo, un critico ascoltato e rispettato, un docente della scuola di recitazione della Filarmonica, mentre Stanislavskij era ancora un ricco imprenditore che calcava da dilettante le scene dei teatrini privati e non aveva alcun peso nella vita culturale russa. Per Stanislavskij le cose cambiarono proprio quando cominciò a firmare le prime regie con Nemirovič. Grande organizzatore capace di tenere le redini del Teatro d’Arte dal punto di vista sia culturale sia finanziario, Nemirovič descrive la vita del teatro con lo sguardo del letterato e dell’intellettuale sempre alle prese con il problema di coniugare l’arte con il denaro. A differenza di Stanislavskij, che con La mia vita nell’arte ha creato una leggenda di sé e del proprio teatro, nelle sue memorie Nemirovič racconta fatti, persone, autori senza alcun compiacimento, riportando incontri e idee e descrivendo gli inizi duri, la ricerca dei finanziamenti, lo scarso successo dei primi spettacoli, il rischio di chiudere prima della fine della prima stagione. La mia vita nel teatro russo offre inoltre uno spaccato straordinario della letteratura russa, teatrale e non solo, raccontando i rapporti fra Nemirovič e autori del calibro di Čechov, Gor'kij, Tolstoj.