Il potere delle fondazioni
Dopo lo scandalo del Monte dei Paschi di Siena: tutto quello che c'è da sapere sulle fondazioni bancarie
Dopo lo scandalo del Monte dei Paschi di Siena, emerso a inizio 2013, qualcuno ha riscritto così la celebre frase di Brecht contro le banche: «Che cos’è una rapina in banca di fronte alla fondazione di una banca?». Ma lo scandalo è davvero colpa delle fondazioni bancarie finite in mano alla politica? È davvero nelle fondazioni stesse l’origine della corruzione e della malversazione? In questo libro Arfaras cerca di smontare la faciloneria con la quale si tranciano giudizi sommari e prova a sbrogliare la matassa, analizzando anche quanto avviene nelle banche europee. Quando e perché le fondazioni bancarie sono nate, come funzionano e come dovrebbero funzionare, se sia vero che la privatizzazione delle banche avviata nel 1990 è servita soltanto a portare le stesse sotto il controllo della politica, cioè delle forze politiche dominanti nei singoli territori. Un’analisi rigorosa piena di dati oggettivi sulla presenza della “politica”, sulla gestione dei fondi per le erogazioni e per gli investimenti sul territorio, sulle capacità gestionali teoriche e pratiche di questi anni, sul rapporto condizionante con il debito pubblico italiano da un lato e la pressione delle direttive europee dall’altro. Perciò leggendo capiremo i derivati spiegati attraverso la narrazione biblica della vicenda di Rachele e Giacobbe, capiremo perché Alessandro Profumo si è trovato in difficoltà con la sua fondazione, capiremo come la leggendaria banca svizzera UBS non sia poi così diversa nel funzionamento dal Monte dei Paschi e così via. In appendice stralci delle leggi che hanno segnato il cammino delle fondazioni bancarie.
Dicono del libro Le nuove regole che servono alle fondazioni, di Lucio Caracciolo, su "la Repubblica" del 5 maggio 2013; Le fondazioni bancarie, il bambino e l’acqua sporca, di Alessandro Litta Modigliani su "Notizie radicali" del 24 maggio 2013; Fondazioni, perché in Italia non c'è alternativa, di Antonio Vanuzzo su "Linkiesta" del 22 luglio 2013.