La guerra del cinema
Storia e ragioni dello scontro USA-Europa dal secondo dopoguerra a oggi
Questo libro racconta la storia dell’epico scontro tra la potente armata dei produttori hollywoodiani, sempre supportata dal potere politico, e le fragili e divise cinematografie europee, sempre in cerca di sussidi statali e di leggi protezionistiche. Ma ci spiega anche come una diversa idea di cinema tra vecchio e nuovo continente abbia influito sullo sviluppo e sull’esito di questo scontro. Da una parte, negli Usa, un apparato industriale che, con l’ambizione di sviluppare il mercato interno e conquistarne di nuovi all’estero, ha saputo realizzare storie sempre più emozionanti e portatrici di valori universali capaci di creare un immaginario collettivo sovranazionale. Dall’altra, in Europa, un cinema, inteso innanzitutto come arte, che ha prodotto capolavori assoluti, ma ha anche generato un’ideologia del cinema d’autore che, sfornando centinaia di film autoreferenziali, ha progressivamente allontanato per decenni il pubblico europeo dal proprio cinema. Anche le politiche governative di aiuti al settore sono state essenzialmente differenti tra i due continenti: da una parte stimoli e investimenti per lo sviluppo industriale del settore, dall’altra aiuti spesso di tipo mecenatistico nei confronti di singoli autori.Così, ricostruendo la storia delle politiche industriali, statali e culturali di settore, Puttnam da una parte fa emergere le ragioni e le modalità di una guerra che noi europei non potevamo non perdere, dall’altra ribadisce come non ci si debba rassegnare alla sconfitta. «I film e la tv creano stili di vita e comportamenti, rinforzano o minano i valori di una società [...]. Sceneggiatori, registi e produttori hanno la grande responsabilità morale di stimolare, ispirare, mettere in discussione o riaffermare, oltreché di intrattenere». Insomma, il cinema è molto più che divertimento, business e persino arte: ecco perché non possiamo arrenderci.
La recensione di Erica Re su Film TV