Script 49
Tutti pazzi per amore, Modern Family,
Distretto di Polizia e altre serie
Con questo numero, «Script» diventa maggiorenne. Sono passati infatti 18 anni da quel maggio 1992 in cui uscì il primo numero della nuova serie, con il titolo Il mestiere dello sceneggiatore. Da allora, ancora oggi, «Script» è l’unica rivista in Italia a occuparsi principalmente di narrazione audiovisiva. Non per motivi corporativi, di difesa cioè degli sceneggiatori, ma perché convinta che solo partire da un buon copione permetta di costruire in modo corretto buoni film e buone fiction. Oggi questa può sembrare un’affermazione banale, tanto è diventata condivisa, ma 18 anni fa – dopo un decennio di pseudoautoriale cinema punitivo che aveva allontanato il nostro pubblico dalle sale – non era così. Allora la concezione prevalente del cinema tendeva a considerarlo un fatto estetico, una semplice arte, un insieme di “opere” da affiancare a letteratura, pittura e così via. Fummo i primi allora nel panorama culturale italiano a sostenere un’idea di cinema come complessità di fenomeni interagenti di carattere industriale e creativo che avevano come unico terminale il pubblico. Nel sistema di mercato storicamente determinatosi in cui si produce e distribuisce il cinema, un film non può essere solo “opera” ma è necessariamente “prodotto”. Marx avrebbe detto, non solo “valore d’uso, ma anche valore di scambio”. Dunque, chi si esprime con un mezzo audiovisivo, cinema o fiction che sia, non può pretendere di prescindere dalla condizioni reali di tipo produttivo che costituiscono la natura ontologica propria di quel mezzo di espressione. Per questo sia sceneggiatore che regista devono abbandonare l’idea di una autorialità distaccata da ogni condizionamento organizzativo e finanziario così come il produttore non può pensare di condizionare o addirittura stravolgere la creatività degli autori solo perché controlla la macchina produttiva. Il cinema è, come la democrazia, basato su una tripartizione dei poteri: quello narrativo, quello rappresentativo e quello produttivo. Se uno dei singoli poteri tracima sugli altri due, l’equilibrio si rompe e si va verso il disastro. Di questo e di molto altro ancora abbiamo parlato in questi anni e continueremo a parlare.