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A cura di Valeria Brucoli

Monologhi shakespeariani

Da Enrico IV a Re Lear, da Macbeth a Othello
Un’antologia di grandi testi

Manuali, n. 104
2010, pp. 128

ISBN: 9788875270957
€ 12,00 -5% € 11,40
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Sinossi

«Mi raccomando, pronunciate le parole come le ho dette io, facendole saltellare sulla lingua».
Amleto

Il consiglio intramontabile del Principe di Danimarca può essere facilmente applicato ai contenuti di questo volume, che presenta i più famosi monologhi e alcune scene tratte dall’intera opera shakespeariana.
Raccogliendo alcuni dei testi più belli che siano mai stati scritti, questo libro è una fonte preziosa di materiale per aiutare non solo coloro che studiano recitazione a preparare provini e spettacoli, ma anche gli attori esperti, i drammaturghi e gli sceneggiatori. Gli appassionati di Shakespeare e di letteratura lo troveranno una guida eccezionale. Oscillando dal brio di Sogno di una notte di mezza estate, La dodicesima notte e Molto rumore per nulla, alle intense riflessioni di Macbeth, Re Lear, Romeo e Giulietta e Riccardo III, questa raccolta presenta i migliori esempi sul come scrivere grandi personaggi e costruire una galleria di emozioni espresse al massimo livello letterario, drammaturgico e poetico.

Autore

Valeria Brucoli

Laureata in Lingue e letterature moderne e comparate, si è specializzata in Teoria e prassi della traduzione letteraria presso l'Università degli studi di Bari con la tesi Tradurre per il teatro.

Indice

Introduzione: Tutto è bene quel che finisce bene; Elena: “Fosse soltanto questo! Non è a mio padre che penso” (Atto I, scena 1); Elena: “I rimedi che aspettiamo dal cielo, spesso sono già in noi” (Atto I, scena 1); Antonio E Cleopatra. Enobarbo: “Fammi da testimone, oh benedetta luna” (Atto IV, scena 9); Antonio: “Tutto è perduto” (Atto IV, scena 12); Cleopatra: “Ho sognato che c’era un imperatore di nome Antonio” (Atto V, scena 2); Come vi piace. Jaques: “Tutto il mondo è un palcoscenico” (Atto II, scena 7); Orlando: “Restate appesi lì, miei versi, a testimonianza del mio amore” (Atto III, scena 2); Rosalinda: “Gli parlerò come un lacchè sfacciato” (Atto III, scena 2); Coriolano. Coriolano: “Dolcissimi voti” (Atto II, scena 3); Cimbellino. Postumo: “Questo sarebbe un nobile?” (Atto V, scena 3); Postumo: “Oh sonno, sei un mio antenato, hai generato” (Atto V, scena 4); Amleto. Amleto. “Se questa carne troppo, troppo solida potesse sciogliersi” (Atto I, scena 3); Amleto: “Ora sono solo” (Atto II, scena 2); Amleto: “Essere o non essere, questo è il problema” (Atto III, scena 1); Ofelia: “Oh, come può una mente così nobile apparire adesso tanto distrutta” (Atto III, scena 1); Amleto: “Ecco, è l’ora più stregata della notte” (Atto III, scena 2); Claudio, re di Danimarca: “Il mio delitto è fetido e il suo olezzo arriva fino al cielo” (Atto III, scena 3); Amleto: “Allora madre, che succede” (Atto III, scena 4); Regina: “C’è un salice che cresce su questo ruscello” (Atto IV, scena 7); Enrico IV. Parte 1. Principe Hal: “Vi conosco tutti e per un po’ vi appoggerò” (Atto I, scena 2); Hotspur: “Per quanto mi riguarda, signore, sarei felice di essere dei vostri” (Atto II, scena 3); Falstaff: “Se non mi vergogno dei miei soldati, sono una triglia marinata” (Atto IV, scena 2); Enrico IV. Parte 2. Re Enrico: “Quante migliaia dei miei sudditi più poveri” (Atto III, scena 1); Falstaff: “Non appena ritorno, ci penso io a questi giudici” (Atto III, scena 2); Enrico V. Re Enrico: “Tutto sulle spalle del re! La vita, l’anima” (Atto IV, scena 1); Re Enrico: “O dio delle battaglie, tempra d’acciaio il cuore dei miei soldati” (Atto IV, scena 1); Enrico VI. Parte 1. La pulzella (Giovanna D’Arco): “Il reggente vince e i francesi fuggono” (Atto V, scena 3); Enrico VI. Parte 2. York: “Ora, York, o mai più” (Atto III, scena 1) Giovane Clifford: “Disonore e rovina! È la disfatta” (Atto V, scena 2) ENRICO VI PARTE 3 Re Enrico: “Questa battaglia è come la guerra del mattino” (Atto II, scena 5) Clifford: “Qui si spegne la mia candela. Sì, qui muore” (Atto II, scena 6); Riccardo, Duca di Gloucester: “Come! L’ambizioso sangue dei Lancaster sparso per terra?” (Atto V, scena 6); Giulio Cesare. Cassio: “Vedi, amico mio, lui cavalca questo mondo angusto come un colosso” (Atto I, scena 2); Bruto: “Sarà con la sua morte: e per quanto mi riguarda” (Atto II, scena 1); Porzia: “Neppure alla tua. Senza delicatezza, Bruto" (Atto II, scena 1); Antonio: “Oh, perdonami, mucchio di terra insanguinato” (Atto III, scena 1); Antonio: “Amici, romani, concittadini, prestatemi orecchio” (Atto III, scena 2); Re giovanni. Bastardo: “Pazzo mondo! Pazzi re! Pazzo accordo” (Atto II, scena 1); Re Lear. Edmund: “Natura, tu sei la mia dea, la tua legge” (Atto I, scena 2); Edmund: “Come sono stupidi gli uomini” (Atto I, scena 2); Re Lear: “Soffiate, venti, squarciatevi le guance! Infuriate! Soffiate” (Atto III, scena 2); Pene d'amor perdute. Armando: “Amo persino la terra” (Atto I, scena 2); Biron: “Eccomi qui, innamorato cotto” (Atto II, scena 2); Macbeth. Macbeth: “Questo incitamento soprannaturale” (Atto I, scena 3); Lady Macbeth: “Mi incontrarono nel giorno della vittoria” (Atto I, scena 5); Lady Macbeth: “Il corvo stesso è rauco che annuncia gracchiando” (Atto I, scena 5); Macbeth: “Se tutto fosse fatto, una volta fatto” (Atto I, scena 7); 58 Macbeth: “È un pugnale questo che vedo davanti a me” (Atto II scena 1); Portiere: “Questo sì che si chiama bussare” (Atto II, scena 3); Lady Macbeth: “C’è ancora una macchia” (Atto V, scena 1); Misura per misura. Angelo: “Cos’è questo? Cos’è questo? È colpa sua, o mia?” (Atto II, scena 2); Angelo: “Quando voglio pregare e pensare, prego e penso” (Atto II, scena 4); Duca: “Chi impugnerà la spada del cielo” (Atto III, scena 1); Angelo: “L’azione che ho commesso mi sconvolge” (Atto IV, scena 4); Il mercante di Venezia. Shylock: “Signor Antonio, molte volte a Rialto” (Atto I, scena 3); Shylock: “A farne esca per i pesci” (Atto III, scena1); Porzia: “Aspettate, vi prego” (Atto III, scena 2); Le allegre comari di Winsor. Ford: “Dannato mascalzone di un epicureo” (Atto II, scena 2); Falstaff: “La campana di Windsor ha battuto le dodici” (Atto V, scena 5); Sogno di una notte di mezza estate. Elena: “Oh, quanto alcuni possono essere più felici di altri” (Atto I, scena 1); Demetrio: “Io non ti amo, perciò non inseguirmi” (Atto II, scena 1); Puck: “La mia regina ama un mostro” (Atto III, scena 2); Bottom: “Quando tocca a me, datemi l’imbeccata e risponderò” (Atto IV, scena 1); Piramo: “Dolce luna, ti ringrazio per i tuoi raggi luminosi” (Atto V, scena 1); Molto rumore per nulla. Benedetto: “Mi chiedo come possa un uomo” (Atto II, scena 3); Benedetto: “Non può essere un trucco” (Atto II, scena 3); Benedetto: “Beatrice, hai pianto tutto il tempo?” (Atto IV, scena 1); Othello. Iago: “E chi può dire che io mi comporti da infame?” (Atto II, scena 3); Desdemona: “Che cosa desidera il mio signore?” (Atto IV, scena 2); Othello: “C’è una ragione, c’è una ragione, anima mia” (Atto V, scena 2); Riccardo II. Riccardo: “Ho riflettuto su come paragonare” (Atto V, scena 4); Riccardo III. Riccardo: “Ora l’inverno del nostro malcontento” (Atto I, scena 1); Riccardo: “Chi ha mai corteggiato una donna in tale stato d’animo?” (Atto I, scena 2); Riccardo: “Datemi un altro cavallo! Fasciatemi le ferite” (Atto V, scena 3).